Tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento la cultura europea venne rivoluzionata dai nuovi saperi e dalle scoperte geografiche compiute oltre i limiti del mondo conosciuto nell'antichità. In poco più di un secolo si dischiusero agli occidentali orizzonti ignoti e inesplorati che dovettero essere inseriti in un'immagine della Terra fino ad allora sostanzialmente limitata all'ecumene tolemaica. La geografia e la cartografia del Cinquecento testimoniano le ipotesi avanzate dagli uomini del tempo sulla forma e le dimensioni del pianeta che i viaggi e le relazioni odeporiche svelavano alla curiosità europea. Alla luce di questo delicato e interessantissimo travaglio culturale, quale poteva essere l'immagine della Terra di un uomo italiano di media cultura alla fine del secolo? Il nobile milanese Urbano Monte, incantato da un breve incontro con alcuni ambasciatori giapponesi giunti in visita in Europa, decise di realizzare un aggiornato compendio geocartografico arricchito da tavole originali che permette di cogliere il difficile processo di costruzione di questa nuova rappresentazione del mondo. La straordinarietà dell'opera.
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Cultura geografica e cartografia in Italia alla fine del Cinquecento. Il «Trattato universale» di Urbano Monte di Annalisa D'Ascenzo
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Friday, July 27, 2018
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